Sommario
Cosa significa condanna per peculato?
Il delitto di peculato si configura con l’indebita appropriazione di denaro o altra cosa mobile che si trova, al momento della consumazione del reato (ovvero al momento del tentativo di consumazione), nel possesso o comunque nella disponibilità del soggetto attivo, in ragione del suo ufficio o del suo servizio.
Chi commette il reato di concussione?
La concussione è un reato proprio, in quanto può essere commesso solo dal pubblico ufficiale. La condotta incriminata consiste nel farsi dare o nel farsi promettere, per sé o per altri, denaro (“mazzetta” nel gergo giornalistico) o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione.
Qual è un esempio di peculato?
Sì, un altro esempio di peculato è il cosiddetto peculato mediante profitto dell’errore altrui, reato previsto dall’articolo 316 del Codice Penale. Esso si verifica nel momento in cui, nell’esercizio delle proprie funzioni, un pubblico ufficiale riceve denaro o altre utilità in maniera indebita, trattenendoli per sé o per un’altra persona,
Qual è l’origine del termine peculato?
Etimologia. Il reato di peculato, già presente nell’ordinamento giuridico romano, trae origine dalla parola latina pecus, gregge. In epoca arcaica, prima che questo termine acquisisse il significato di appropriazione indebita di denaro pubblico, l’accusa de peculato era infatti riservata al furto di bestiame pubblico.
Qual è la pena del peculato?
Il peculato è dunque un delitto commesso da un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio il quale si appropria del denaro o di una cosa mobile di qualcun altro sfruttando il suo ufficio o servizio. La pena prevista per il reato di peculato è la reclusione da 4 anni a 10 anni e 6 mesi.
Come si configura il delitto di peculato?
Il delitto di peculato si configura con l’indebita appropriazione di denaro o altra cosa mobile che si trova, al momento della consumazione del reato (ovvero al momento del tentativo di consumazione), nel possesso o comunque nella disponibilità del soggetto attivo, in ragione del suo ufficio o del suo servizio.