Sommario
Cosa è la cromatografia?
Cromatografia La cromatografia fa parte delle tecniche di separazione (come distillazione frazionata, cristallizzazione, estrazione con solvente, filtrazione, elettroforesi capillare, ecc.) che, in pratica, sfruttano e amplificano differenze, anche minime, fra le specie chimiche per ottenere una separazione economica ed efficiente.
Come si utilizza la cromatografia di ripartizione?
Cromatografia di ripartizione Nella cromatografia di ripartizione, si sfrutta la tendenza delle molecole a ripartirsi diversamente tra due diverse fasi.
Quanto lunghi sono i picchi da un sistema cromatografico?
I picchi in uscita da un sistema cromatografico sono tanto piu larghi quanto maggiore è il tempo di ritenzione. La risoluzione di una colonna indica il grado di separazione dei picchi ottenuti al rivelatore di un sistema cromatografico: bande ben separate lungo la colonna generano picchi distinti e sufficientemente stretti da non sovrapporsi.
Come si basa la cromatografia a scambio ionico?
Cromatografia a scambio ionico Il principio su cui si basa questo tipo di cromatografia è l’attrazione che si verifica tra molecole cariche di segno opposto (è limitata alla separazione di
La cromatografia (dal greco χρῶμα, traslitterato in khrôma, “colore”) è una tecnica di separazione delle componenti di una soluzione basata sulla distribuzione dei suoi componenti tra due fasi, una stazionaria e una mobile che si muove lungo una direzione definita
Qual è il nome del temine cromatografia?
Il temine cromatografia deriva dal greco “Khrômatos” (colore) e deve il suo nome al fatto che fu utilizzata, per la prima volta, dal chimico russo M. Tswett per separare i pigmenti colorati contenuti nelle foglie dei vegetali. Il chimico russo Mikhail Tswett .
La cromatografia. Descrizione e caratteri generali della cromatografia. La cromatografia è una tecnica analitica che consente di separare dei componenti chimici (o biologici) trasportati da un fluido (liquido o gas) che passa attraverso una componente fissa che, interagendo con forze differenti per analiti differenti, ne permette la
Come migliorare la selettività del cromatogramma?
Selettività (α): per avere una buona selettività i picchi del cromatogramma devono essere il più distanti possibili, ovvero sostanze di specie diversa devono avere tempi di ritenzione diversi. È possibile migliorare la selettività diminuendo la temperatura di lavoro.
Come si effettua la cromatografia in colonna?
Cromatografia in colonna : eluizione. L’eluizione può essere effettuata in due modi: eluizione isocratica; L’eluizione isocratica si mantiene costante la composizione della fase mobile (sia singolo solvente oppure miscela di due o più solventi) per tutta la durata della cromatografia; eluizione gradiente
Come si tratta di un miscuglio tramite cromatografia su colonna?
Separazione di un miscuglio tramite cromatografia su colonna . La cromatografia su colonna è una particolare tecnica cromatografica che si basa sulla proprietà che hanno alcune sostanze, una volta sciolte in opportuni solventi, di fissarsi su materiali inerti (fase stazionaria) come ad esempio l’allumina, il talco o il carbonato di calcio.
Quali sono i tipi di cromatografie su colonna?
TIPI di CROMATOGRAFIE : Cromatografie su Colonna. La cromatografia su colonna è un sistema analogo alla TLC, ma gravitazionale per cui le sostanze che “corrono” di più si trovano nel basso della colonna e vengono eluite per prime. Vari tipi: gravitazionale, HPLC, GC. Caratteristica principale della GC è la fase
Qual è l’efficienza di un sistema cromatografico?
Efficienza di un sistema cromatografico La capacità di un sistema cromatografico di eluire tutte le particelle di una data specie chimica con la stessa velocità, in modo da generare picchi molto stretti e ben separati, si definisce efficienza.
Come funziona la cromatografia di ripartizione?
Cromatografia di ripartizione. Nella cromatografia di ripartizione, si sfrutta la tendenza delle molecole a ripartirsi diversamente tra due diverse fasi. Un esempio è la cromatografia per interazione idrofobica che sfrutta l’idrofobicità superficiale delle proteine dovuta alla presenza di residui amminoacidici non polari).