Sommario
Cosa mangiavano in guerra?
La razione giornaliera era molto misera: caffè d’orzo, minestra con acqua, bucce di patate e pezzi di cavolo marcito e poco pane di segale. Per un totale di 1000 calorie al giorno, quando il minimo indispensabile, per sopravvivere in luoghi freddi, era di 3000 calorie.
Che cosa mangiavano i nostri nonni?
Anche cereali e legumi erano elementi fondamentali nella dieta dei nostri nonni. L’Italia è la terra della pasta, dei cereali e del pane. Il pane era un alimento sempre presente nelle case di nostri nonni: veniva mangiato a colazione con il latte, oppure a pranzo e a cena con altri cibi umili.
Si fa ricorso a piatti autarchici (minestre di verdure e legumi) con un utilizzo limitatissimo di olio e sale (molto rari per l’epoca) e maggior impiego di lardo e strutto. Scrive Achille Starace, nel Vademecum dello stile fascista (fogli pubblicati tra 1931 e 1939):
Cosa si mangiava durante il fascismo?
La dieta del fascismo prevedeva riso, legumi, olio e vino, mentre riduceva il consumo di carne e pasta. Per sostenere l’autarchia Mussolini mangiava pane integrale, mentre gli italiani ingerivano meno di 2000 calorie al giorno: breve storia della dieta ai tempi del regime.
Come si mangiava negli anni 40?
In quegli anni la dieta di una famiglia operaia consisteva indicativamente in: Colazione a base di pane, frutta e poco companatico, latte o formaggio ad esempio. Non era diffuso come oggi il consumo di cibi dolci. Per pranzo una minestra di brodo vegetale con pasta, patate e/o legumi.
Quali sono le abitudini alimentari oggi?
Comportamenti alimentari degli italiani: risultati dell’Oec/Hes
- solo il 30% ha un consumo adeguato di verdura e di pesce.
- meno del 20% consuma dolci/torte non più di due volte a settimana come raccomandato.
- fra i nutrienti, il consumo calorico dovuto ai grassi saturi e agli zuccheri risulta molto elevato.
Quali sono i fattori che influiscono sul cambiamento degli stili alimentari?
Fattori fisici come accesso, istruzione, capacità (ad esempio, saper cucinare) e tempo. Fattori sociali come cultura, famiglia, altre persone e modalità dei pasti. Fattori psicologici come umore, stress e senso di colpa. Atteggiamenti, convinzioni e conoscenze degli alimenti.