Quali sono gli ossimori?
L’ossimoro è una di quelle figure retoriche che vengono utilizzate di frequente anche nel linguaggio parlato. Ne sono esempi espressioni come silenzio assordante o silenzio eloquente, brivido caldo, attimo infinito, dolce dolore, assenza ingombrante, morto vivente, false verità, dolcezza amara.
Come fare un ossimoro?
L’ossimoro (dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς, «acuto» e μωρός, «ottuso») è una figura retorica che consiste nell’accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro. Esempi: disgustoso piacere, illustre sconosciuta, silenzio assordante, lucida follia.
Quando si usa ossimoro?
Quando e perché si utilizza un ossimoro
- attirare l’attenzione del lettore;
- indicare realtà e situazioni che non hanno un nome specifico;
- esprimere qualcosa che non esiste in una parola;
- evocare emozioni, sentimenti e sensazioni particolari;
- rafforzare un concetto specifico.
Cosa cambia tra ossimoro e antitesi?
L’antitesi consiste nell’accostamento di concetti contrapposti in due frasi diverse, mentre l’ossimoro è un tipo di antitesi che consiste nell’associazione di parole di significato contrapposto nella stessa frase. Esempi di ossimoro possono essere: “silenzio rumoroso”, “ghiaccio bollente”, “”caos calmo”, ecc…
Come riconoscere un antitesi?
Come riconoscere invece la figura retorica? Scopriamolo insieme. L’antitesi è una figura retorica di individuazione piuttosto semplice, che consiste nel dare rilievo a due immagini (semplici parole o frasi intere) opposte tramite il loro accostamento.
Come riconoscere un ossimoro?
Come distinguere un antitesi e un ossimoro 1) Si tratta di un ossimoro se la contrapposizione è diretta e riguarda due aggettivi o un nome e un aggettivo, accorpati nella stessa particella. Se vi trovate quindi ad analizzare una figura composta da sole due parole opposte si tratta probabilmente di un ossimoro.